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UN ITINERARIO LUNGO LA PRESENZA E L'ASSENZA DELL'ACQUA A CORREGGIO

Correggio

La rete di opere idrauliche, formata da cavi, canali fossi e navigli, assieme ai manufatti collegati come ponti, chiuse, botti, impianti di sollevamento, rappresentano solo l'ultima testimonianza dell'impegno continuo dell'uomo padano per stabilizzare un equilibrio fra acqua e terra. Impegno iniziato già nell'età del bronzo, proseguito in età etrusca e romana, quando il terreno è stato "centuriato", ripreso nel Rinascimento e definito nelle attuali conformazioni solo un secolo fa.
Oggi, dell'ambiente naturale originario non rimane niente, ma vi sono zone, rinaturalizzate spontaneamente o ancora una volta dalla mano dell'uomo, che oggi ci ripropongo lo scorcio di un antico paesaggio, dominato dall'acqua, che realmente (ma sembra una metafora) dopo tanto tempo, riemerge in superficie e ritorna visibile.

 
Come arrivare:
Per chi viaggia in automobile
percorrendo l'autostrada A22 Modena-Brennero, uscendo al casello di Carpi e seguendo le indicazioni per Correggio (percorrendo quindi la S.S. 468 verso Sud);
utilizzando l'autostrada A1 Milano - Bologna, uscendo al casello di Reggio Emilia e seguendo le indicazioni per Carpi-Correggio (percorrendo così la S.S. 468 in direzione Nord).
I percorsi autostradali della A1 e della A22 permettono un rapido accesso al territorio dai principali centri nazionali ed europei.
sulla via Emilia, il cui tragitto corre parallelo all'Autostrada del Sole e al Fiume Po, confluiscono le principali vie di comunicazione che permettono di raggiungere Correggio dalle città d'arte e dai centri turistici della Regione.

Per chi viaggia utilizzando i mezzi pubblici (treno, autobus, taxi,...)
Le stazioni ferroviarie più vicine a Correggio sono quelle di Reggio Emilia sulla tratta Milano-Bologna (circa 20 km da Correggio) e di Carpi sulla tratta Modena-Verona (circa 7 km da Correggio).
Dalle stazioni ferroviarie si può raggiungere Correggio con gli autobus di linea dell'A.C.T.
           
Itinerario
Partendo dalla Ex Stazione Ferroviaria, si entra nel Parco Urbano.
Elemento di raccordo, per pedoni e ciclisti, fra Centro e Periferia Sud, il Parco apre la prospettiva urbana verso la campagna. Attraversandolo, da nord a sud, si ripercorre l'evoluzione vegetale e ambientale del paesaggio padano a partire dall'era Terziaria: piante rappresentative e fisionomia del terreno evocano l'alternarsi di ambienti umidi e secchi che si sono susseguiti nel tempo. Il laghetto grande (ex cava di argilla) ci offre subito un'immagine delle nostre origini: la grande massa d'acqua che riempiva il golfo Padano, prima che fosse riempito dai depositi alluvionali quaternari; ma anche le paludi, che occupavano gran parte del nostro territorio nel Medio Evo e si sono mantenute fino al completamento delle opere di bonifica.

Per contrasto con questo ambiente originario, si può osservare, risalendo l'argine in fondo a Via Finzi, il paesaggio risultante dall'azione dell'uomo. Dalla "Botte di sotto", manufatto idraulico che consente al Canale di Fazzano di superare il Cavo Argine, si apre un territorio agricolo piatto e ordinato, attraversato da una rete di canali paralleli: gli antichi terreni incolti, boscosi e paludosi, sono stati bonificati fin in epoca romana. La centuriazione costituisce la profonda ristrutturazione delle campagne padane a seguito della colonizzazione romana: a partire dall'asse della Via Emilia la Pianura è suddivisa in centurie di 710 m di lato su cui sono insediate, in media, 2 fattorie. Le strade tagliavano radialmente questa trama. Via Botte rappresenta uno degli assi qui quali è costruito il sistema delle centuriazione dell'area compresa fra Fazzano - Lemizzone - S. Martino n Rio.

Risalendo il percorso del Cavo Argine verso sud ovest, dove si incontrano esemplari vegetali ormai rari quali l'Iris giallo e il giunco fiorito, si raggiunge l'Oasi di Via Imbreto a Budrio. Quest'Area di riequilibrio ecologica di oltre 13 ettari è occupata per il 40% da un invaso residuo della coltivazione di una cava d'argilla a cielo aperto, riempitosi nel tempo di acque sorgive e meteoriche.
L'interesse floristico attuale dell'oasi è creato soprattutto dalla presenza di siepi spontanee di olmo campestre e dalle consociazioni tipiche arboreo-arbustive della bassa pianura padana. La presenza dell'acqua porta con se le specie tipiche delle zone umide di pianura: oltre al canneto-tifeto è presente in estensione minore il cariceto. Tra le fioriture più interessanti: il tulipano silvestre, la menta acquatica, il muscari azzurro, il cipollaccio.

Spostandosi verso la Strada Statale 468 di Budrio, si attraversa il Cavo Naviglio, piegando in Via Villacorta e successivamente in Via Ruota, si incontra un filare di olmi: si tratta di uno degli ultimi esempi di filare a bordo strada che caratterizzavano, fino a pochi decenni fa gran parte delle strade di pianura.

Superato il Ponte di Marina sul Cavo Naviglio (strettoia artificiale, per difendere dalle tracimazioni del Cavo l'abitato di Correggio) e proseguendo per Via S. Prospero e Via Macero si raggiunge il complesso estrattivo di S. Prospero-Fonsdondo. Le notevoli potenzialità naturalistiche del polo estrattivo sono state scoperte osservando la rivegetazione spontanea, con conseguente colozzazione animale, che si andava verificando nella ex Cava Casanova. Intorno all'invaso si è infatti sviluppata una fitta saliceta spontanea dove sono presenti specie ormai rare nella pianura reggiana. Successivamente si è rilevata la colonizzazione da parte di specie più esigenti, ma sempre tipiche della vegetazione potenziale spontanea della zona (acero campestre, biancospino, corniolo, sanguinello). Il patrimonio botanico della zona è stato arricchito dall'impianto di varie siepi alto-arbustive, che dal punto di vista ecologico costituiscono "zona di rifugio" per numerose specie animali, ormai quasi estinti nelle zone di pianura a causa della mancanza di ambienti naturali.

Seguendo il percorso della ex ferrovia che collegava Correggio con Bagnolo e Carpi, si può rientrare in centro storico lungo una suggestiva pista ciclabile. Ai lati della pista, a seguito di un intervento di rivegetazione, si sta sviluppando un'interessante siepe che ripristina quella che si era istaurata spontaneamente dopo la soppressione della linea e che in anni recenti è stata distrutta, ad eccezione di un ultimo tratto nel territorio di Bagnolo.

Proseguendo invece verso ovest, e girando in Via Fornacelle verso Canolo, si incontra un filare di farnie (quercia di pianura le cui foreste anticamente ricoprivano la Pianura Padana), alcune delle quali secolari. Se il nome della via deriva dalla presenza di diverse fornaci per la produzione di laterizie e vasellame, quello della strada successiva (via Sanguineto) deriva dal tipo di vegetazione(arbusti e sterpaglia) che in età alto medievale caratterizzava la zona.

Riprendendo la pista ciclabile che da Canolo va verso il Centro, attraversato il ponte sul Naviglio, si percorre Via Carletti. Attualmente la via riveste un notevole interesse ambientale sia per i parchi delle ville presenti che per le siepi che la fiancheggiano.



Ultimo aggiornamento: 28/03/2011
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