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CAMILLO PRAMPOLINI

ritratto ad olio di Ariello Ferrarini
Fu chiamato "L'apostolo del socialismo" per la dedizione al socialismo umanitario. Figlio di un ragioniere capo del Comune di Reggio, si laureò in legge a Bologna nel 1881 e ricoprì la carica di deputato per sei legislature. Di famiglia cattolica, Prampolini maturò nel tempo una conversione laica ai principi del socialismo, senza mai prescindere dai valori universali del Cristianesimo, da quel "desiderio divino di giustizia" che ritroviamo nella celebre Predica di Natale del 1897, tenendo costantemente ad una sintesi realizzata nella militanza in difesa delle classi più povere e nell'idea di cooperazione.


Nacque a Reggio Emilia il 27 aprile 1859. Figlio del ragioniere capo del Comune di Reggio Emilia, si laureò a Bologna in Giurisprudenza nel 1891. Di famiglia moderata e religiosa di sentimenti monarchici, aderì al socialismo dopo lo studio dei teorici del positivismo ed il confronto dialettico su importanti tematiche d'ordine sociale e politico coi compagni d'Università.
La sua adesione al socialismo sarà totale anche se non fideistica proprio perché uno dei postulati fondamentali del suo approccio legalitario era la conquista graduale - giorno dopo giorno - e pacifica del potere. Spogliatosi di tutti gli oggetti di valore per essere più vicino anche spiritualmente alle masse sofferenti e sfruttate, egli fu un esempio del Socialismo legalitario ed umanitario.
Dopo aver collaborato con alcuni giornali locali come "Lo Scamiciato" (1882-1884), sul quale intervenivano anche gli anarchici reggiani e "Reggio Nova" (1884-1886), organo della neonata società cooperativa della città, nel 1886 fonda il settimanale "La Giustizia". Il foglio, che diventerà quotidiano, sarà l'espressione della concezione politica del socialismo prampoliniano.
Eletto più volte deputato, si farà interprete di un socialismo riformista e graduale che lo porterà ad impegnarsi attivamente nella promozione di cooperative e di aziende municipalizzate. Le sue idee eserciteranno una grande influenza sul movimento cooperativo reggiano e getteranno le basi teoriche della cooperazione integrale. Egli, infatti, riteneva che dall'unione di tutti i consumatori si dovesse procedere all'unione dei produttori, per creare le condizioni di una completa autosufficienza finanziaria. Alla vigilia della prima guerra mondiale assunse una posizione neutralista e condusse una vana battaglia parlamentare in favore della pace.
Nel 1922, con Turati, Matteotti e altri costituì il Partito Socialista Unitario di ispirazione riformista. Con l'avvento del fascismo fu costretto a trasferirsi a Milano, dove resterà sino alla morte, avvenuta nel 1930.
  










Ultimo aggiornamento: 03/11/2010
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