MUSEO DELLA CITTĀ DI GUASTALLA
via Gonzaga - c/o Palazzo Ducale
Guastalla (RE)
Periodo di svolgimento
Dal 22/05/2010 al 18/07/2010
Sito web
Storia e territorio di Guastalla
Oltre al piano terreno dell'edificio nel quale trovano spazio una sala multimediale e una sala polivalente per i laboratori didattici orientati iin modo particolare verso l'utenza scolastica, il percorso espositivo si sviluppa attraverso altre quattro sale che corrispondono a periodi diversi della storia della cittā: la prima č dedicata alle origini del territorio, la seconda conserva materiale relativo alla formazione dello stato e della cittā, la terza espone documenti del periodo finale dell'epoca gonzaghesca e nella quarta sala trovano spazio materiali della storia e della cultura contemporanea.
Come arrivare:
Casello A22 (a Km. 16); Casello A1 (a km 25); coll.strad.: SS 62 Verona/ Mantova- Parma; SS 63 bivio per Reggio Emilia, coll.: SP con Novellara, SP con Reggiolo . Stazione Ferroviaria: coll. Parma-Suzzara e Guastalla- Reggio Emilia. |
Telefono
ufficio cultura tel. 0522.839757 |
Orario Feriale
sabato 10-12,30 e 15,30-18,30 |
Orario Festivo
domenica e festivi: 10-12,30 e 15,30-18,30 |
Tariffa di Ingresso
ingresso gratuito |
Tariffe Cumulative
Per gruppi e scolaresche č possibile prenotare visite guidate e aperture straordinarie del museo. |
Periodi di Apertura
Chiusura per le festivitā natalizie: dal 20/12/2010 al 21/01/2011 |
Il percorso del Museo di Palazzo Ducale prende avvio da due elementi fortemente simbolici: la pala d'altare della Madonna e i Santi Francesco e Bernardino da Siena dipinta sul finire del XVI secolo da Francesco Martino Codeluppi ad effigiare la dedicazione della cittā alla Vergine; la copia del Busto ritratto di Ferrante Gonzaga realizzato fra il 1561 e il 1562 da Tommaso Della Porta.
Le due opere poste nella Sala del Camino e nel Vestibolo riassumono il significato del Museo di Guastalla che concentra l'attenzione sulle figure storiche, gli eventi e le espressioni di cultura che in queste terre hanno preso forma nel corso di ventiquattro secoli.
Dopo questi accenni alla cittā e a colui che la volle portare al ruolo di piccola capitale, il racconto museale riprende il succedersi delle vicende che hanno connotato Guastalla e il suo territorio.
Dalle origini (con il ritrovamento di reperti tombali di epoca romana nei pressi di Pieve che segnalano la presenza di una necropoli in prossimitā della via del Rosario ma lasciano anche ipotizzare l'esistenza di un pagus insediato nel IV secolo avanti Cristo) fino al Novecento, attraverso l'etā dei Gonzaga e il ricco Ottocento.
Del Novecento, le opere pittoriche di Latino Barilli (1883-1961) e Carlo Bisi (1890-1982) aprono il racconto sul nuovo secolo. Sono accenni di un momento pittorico che in Guastalla assume significato attraverso le raffigurazioni dell'ambiente urbano realizzare da Mario Bolzoni (1913-1974) che ritrae la vita e l'ambiente guastallese all'inizio degli anni Trenta.
Nel secondo dopoguerra un gruppo di artisti dā avvio a percorsi personali che sanno tenere congiunte tradizione e innovazione, poetica e ricerca pittorica. Arnaldo Bartoli, Giovanni Miglioli e Andrea Mozzali, Fernando e Franca Moscardini, Celsa Leoni e Lorenzo Scaravelli sono gli esponenti di questa esperienza.
Accanto alle loro opere pittoriche il Museo di Palazzo Ducale conserva elementi scultorei degne di nota, realizzate da Arnaldo Bartoli e Marino Mazzacurati, ma anche da scultori insigni quali Mario Pavesi e Pietro Cascella (1921-2008) che ha realizzato per Guastalla la grande fontana in marmo dedicata alla gente del Po, nella quale l'artista, attraverso la forma di una foglia stilizzata, ha voluto raffigurare il rapporto della cittā con la natura e con il fiume.
Il percorso museale si conclude con la raccolta, nella Sala delle Grottesche - affrescata dal pittore cremonese Alceo Dossena - di opere realizzate dagli artisti che trovarono ospitalitā proprio fra le mura del Palazzo Ducale: da Marino Mazzacurati ad Antonio Ligabue, da Andrea Mozzali ad Arnaldo Bartoli, a Fernando Moscardini. Essi fecero di questo luogo un vero cenacolo d'arte.