DA REGGIO EMILIA A ROLO
pianura
partenza da Reggio Emilia
Usciti da Reggio Emilia in direzione nord-est, superato Mancasale, si giunge, dopo 8 km. A Bagnolo in Piano. Il centro fu dei Gonzaga di Novellara dal 1335 al 1728, per poi passare agli Estensi e seguirne le vicende. Del castrello costruito dai Gonzaga a partire dalla metà del Trecento ed abbattuto nel Settecento rimane solo il poderoso Torrione che si erge nella piazza principale. Interessante la prospicente chiesa parrocchiale, costruita negli ultimi decenni del Cinquecento con annesso convento (poi demolito), ricostruito nel 1794 e recentemente restaurata. Tra le opere d'arte conservatevi, da segnalare una "presentazione " dell'Orsi ed una Madonna con Santi di scuola correggesca.
A 2 km da Bagnolo, leggermente spostata sulla destra rispetto alla strada, sorge la chiesa di Pieve Rossa , notevole esempio di architettura romanica del secolo XI – XII, ristrutturata nel Duecento . L'interno a tre navate poggianti su pilastri in cotto ed archettature duecentesche, è caratterizzato dall'irregolarità della pianta. Oltrepassato poi S. Tommaso della Fossa e la sua chiesa, si giunge a S. Maria della Fossa (o Vezzola) (km. 13 da Reggio), sede ogni anno, nelle prime domeniche di marzo, di un caratteristico corso mascherato. Nella parrocchiale un "S. Matteo" di seguace dell'Orsi,
A 15 Km da Reggio S. Giovanni della Fossa della cui chiesa tardo-romanica rimane l'abside da cui sono stati strappati importanti affreschi romanico-bizantini, oggi conservati presso il museo di Novellara.
Oltre (ca. 17 da Reggio) è il Casino di Sopra, sulla sinistra, immediatamente evidenziato dalla facciata con imponente torrione centrale e due torricelle angolari, La villa edificata dai Gonzaga alla metà del secolo XVI, venne affrescata da Lelio Orsi, nativo di Novellara, personalità tra le più originalei del manierimo italiano. Il ciclo di affreeschi si trova ora presso il museo novellarese.
Novellara (Km. 19 da Reggio): il crocevia della bassa pianura, Fece parte del patrimonio matildico, passando poi ai vescovi di Reggio, ai Malapresa, al Comune reggiano ed infine , da 1335 al 1728, fu dei Gonzaga di Novellara. Estinta la casata, passò agli Estensi. La Rocca iniziata nel Trecento, strutturata nel secolo seguente ed innalzata nel Cinquecento, ne è il simbolo. Attualmente è sede degli uffici municipali e di due musei: il Museo della Civiltà Contadina, il Museo dei Gonzaga. Oltre ai cicli di affreschi di S. Giovanni e del Casino di Sopra di cui abbiamo già detto, vi si conservano importanti quadri cimeli e monete gonzaghesche, oltre alla collezione di vasi da farmacia, quasi unica nel suo genere, ricca di oltre 130 pezzi faentini, liguri, veneziani. Appartenne ai PP. Gesuiti e poi alla Municipalità novellararese, Tutte le raccolte del Museo sono collocate in stanze abbellite da soffitti a cassettoni dipinti, fasce di affreschi orsiani e camini cinquecenteschi in marmo rosso veronese.
Nella piazza principale domina l'imponente mole della chiesa parrocchiale di S. Stefano, eretta nel 1567 su disegno dell'Orsi ed ampliata con l'aggiunta delle cappelle laterali anteriori nel Settecento, All'interno si possono ammirare pregevoli quadrim tra cui un "Martirio di San Lorenzo" di seguate dell'Orsi (con intervento del maestro), la "Ascensione di P.M. Bagnatori, un "San Girolamo" del Gennari, un "Ecce Homo" di scuola del guercino ed una Cena degli Apostoli" molto vicina alla scuola del Rubens. Nel "tesoro" della parrocchiale ricchi apparati saci ed arredi da parete del Cinquecento, paramenti liturgici coevi, calici di provenienza gonzaghesca e due preziosi piatti in caramica raffiguranti l'uno "Beniamino e la tazza del Faraone" (scuola di Urbino), l'altro "La strage degli innocenti" (fabbrica di Casteldurante).
Sono da segnalare l'ex convento dei PP. Gesuiti, del 1570 (sulla sinistra del viale d'ingresso a Novellara) rimaneggiato, ma ancora leggibile nelle sue strutture, la seicentesca chiesa dei PP: Servi di Maria ed il settecentesco edificio della B.V. del Popolo opera del Mattioli e della caratteristica pianta simile a croce greca.
Il piano urbanistico che nel cinquecento modificò l'aspetto di Novellara è ancora leggibile nel tessuto viario del centro, mentre gli elementi più antichi si possono riscontrare nella zona immediamente antistante la Rocca. Uscendo da Novellara in direzione Guastalla, sulla destra l'elegante costruzione del Casino di Sotto, residenza estiva dei Gonzaga iniziata ai primi del secolo XVI.
Volgendosi ad est, al bivio per Reggiolo e Campagnola Emilia il Santuario della B.V. della Fossetta, costruito nella seconda metà del Seicento dall'Architetto bolognese G.B. Negri a somiglianza della Chiesa del Gesù del capoluogo petroniano. Ulteriori aggiunte fino al sec XVIII. E' uno dei principali santuari mariani ed il culto della B.V. della Fossetta e particolarmente sentito anche nelle zone limitrofe.
A ca. Km 3 da Novellara, Campagnola Emilia già dell'episcopato reggiano, poi dei da Correggio (Sec. XIV - XVII) ed infine degli Este. Molto scenografica la piazza principale chiusa da un lato dalla parrocchale e dall'altro dalla Villa Guidi-Cottafavi. Nelle vicinanze la chiesetta di S. Andrea con affreschi del sc, XV. In direzione di Correggio si trova il Casino Cesis, già noto nel sec. XV l'attuale aspetto è dovuto ad estesi rifacimenti del sec, XVI.
Proseguento, a km. 28 da Reggio, Fabbrico, già feudo (Sec, XIV - XVII) dei da Correggio. Sull'area dell'antico castello, di cui si scorgono ancora alcuni bastioni, sorgono palazzo Guidotti (nella parte settentrionale, la più antica, tracce dell'originale castello) e la chiesa parrocchiale, eretta verso la fine del sec. XVII (tra 1685 e 1688) da Beltrami. L'interno barocco, è caratterizzato dai pregevoli stalli lignei intagliati, opera dei Malaguzzi di Carpi del 1725 e da paliotti in fine scagliola policroma del Settecento. L' arte del paliotto, un tempo assai significativa anche nella nostra pianura, è oggi totalmente scomparsa.
Oltre Fabbrico, a km, 5 (km. 32,5 da Reggio), Rolo, antico centro noto già dal 772 e fino al 1776 feudo di un ramo dei Sessi. Nella chiesa parrocchiale una "Madonna e S. Giovannino" attribuito, con riserve, ad un pittore toscano della seconda metà del sec, XVI, è ancora viva presso alcuni artigiani locali la tradizionale arte dell'intarsio dei mobili che dà origine al celebre "mobile rolino" conosciuto ed apprezzato in tutta Europa.
Ultimo aggiornamento: 13/04/2011