Nel 1930 i Giardini di Reggio si arricchiscono di una importante presenza scultorea, il Monumento ai Concordi, un'opera funeraria romana che risale all'età imperiale, rinvenuta a Boretto, durante alcuni lavori di bonifica. La costruzione di questo imponente monumento funerario ci fa comprendere il desiderio di una importante famiglia del luogo, la famiglia dei Concordi, di esibire ai concittadini il prestigio della carica ottenuta e il potere acquistato grazie ad essa. La struttura dell'opera, di particolare effetto, viene detta "a recinto", per la forma quadrata che la caratterizzava. All'interno del recinto si trovava il cippo funerario. Di questa tipologia funeraria possediamo diversi esempi in Italia, a Imola, a Verona e in particolare ad Aquileia. Nella ricostruzione reggiana degli anni trenta, però, la parte posteriore e parte delle ali del monumento sono state omesse, proponendo una incompleta forma aperta, quale appare ancora oggi. L'imponenza dell'opera non fu il solo mezzo utilizzato per esprimere il prestigio della famiglia; ad essa si aggiunse tutto il complesso decorativo, scelto con cura e attenzione. L'opera è formata da un perimetro di base in mattoni sul quale si trova uno zoccolo in pietra di Botticino che sostiene a sua volta una balaustra con pilastrini parallelepipedi posti ad angolo. Al centro di essa si erge la stele centrale che contiene l'iscrizione e il ritratto dei defunti, mentre alle due estremità si trovano due cippi contenenti la figura mitologica di Attis, sormontati da due vasi in pietra. Attis viene rappresentato con il caratteristico berretto frigio e una fiaccola capovolta, simbolo funerario. Nel plinto che sostiene la stele troviamo infine scolpite scene di caccia, diversi animali marini e la rappresentazione allegorica delle quattro stagioni. L'utilizzo di marmo di Botticino suggerisce l'ipotesi che i realizzatori dell'opera fossero di origine bresciana e non emiliana. L'interpretazione dell'iscrizione incuriosì negli anni del ritrovamento tutta la città. La traduzione proposta fu la seguente: "A Caio Concordio Brescellese primo Seviro Augustale gratuito per decreto dei Decurioni, e a Caio Concordio Reno Seviro Augustale marito di Concordia figlia di Caio, ed alla figlia Festa, fece Munazia Rufilla Caia liberta di Caio essendo in vita". Fu lo stesso Aurigemma a preoccuparsi di garantire un adeguato contorno botanico al monumento nella sua nuova collocazione presso i Giardini, proponendo la creazione di uno spazio verde, mai caduco, come sfondo scuro per far risaltare in ogni stagione lo splendore del monumento.
Come arrivare:
Centro storico, giardini pubblici. |
LA MEMORIA DEI PERSONAGGI Famiglia dei Concordi
(I° secolo D.C.)
Dallo studio del Monumento funerario ritrovato a Boretto possiamo conoscere la storia della famiglia dei Concordi. L'iscrizione funeraria ricorda che l'opera è stata eseguita per Caio Concordio Primo e per Caio Concordio Reno. La ricchezza del monumento, eseguito con una tipologia particolarmente d'effetto, e la collocazione sulla strada principale attestano l'importanza della famiglia a quei tempi. Caio Concordio e Concordio Reno avevano ottenuto la carica di sevirato, più precisamente di "servir et Augustalis", cioè magistrati al servizio del culto dell'imperatore, un compito che portò un notevole prestigio alla famiglia nella comunità di Brixillum verso la metà del I secolo d.C.