MUSEI CIVICI
via Spallanzani, 1
Reggio Emilia
Sito web
Musei Civici
Archivio Fotografico
Girareggio
Itinerari consigliati: Archeologia.
I Civici Musei hanno sede, dal 1830, nel Palazzo di S. Francesco. Contengono raccolte e collezioni riferibili all'Archeologia (Mosaici romani, Museo Chierici, Portico dei Marmi-sezione romana, Museo Romano, Museo di Preistoria e Protostoria), Etnografia, Storia dell'Arte (Galleria Fontanesi, Museo Mazzacurati, Galleria dei Marmi-sezione medievale, Mosaici medievali), Storia Naturale (Collezione Spallanzani, Raccolte zoologiche, anatomiche, botaniche, geo-mineralogiche e paleontologiche), Storia della città (Museo di Arte industriale, vetrine degli Scienziati reggiani).
Paesaggi in cerca d'autore:
Un'inedita quadreria di dieci paesaggi ottocenteschi è entrata a far parte delle collezioni permanenti dei Musei Civici. La serie di dipinti è esposta alla Galleria Fontanesi e va ad arricchire il repertorio della pittura di paesaggio dei nostri Musei, offrendo il dovuto omaggio a un capitolo particolarmente fortunato della produzione artistica della città. In esposizione ci sono opere realizzate, tra gli altri, dai pittori regionali Giovanni Fontanesi, Camillo Crespolani e Paolo Ferretti.
Il Museo Mazzacurati è attualmente chiuso per restauri.
Come arrivare:
centro storico |
Telefono
0522/456477-456805 - fax 0522/456476 |
Orario Feriale
orario invernale: martedì-venerdì 9-12; sabato 10-13 e 16-19.
Orario estivo(luglio-agosto 2011): da martedì al sabato delle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 21 alle ore 24. |
Orario Festivo
orario invernale: domenica 10-13 e 16-19.
Orario estivo(luglio-agosto 2011): dalle ore 21 alle ore 24 |
Tariffa di Ingresso
ingresso gratuito |
Chiusura Settimanale
lunedì |
L'edificio sorge nell'area dell'antico palazzo imperiale, concesso in uso al Vescovo di Reggio (1255) e da questi ai Frati Minori Conventuali di S. Francesco. Ingrandito nel 1270, è restaurato successivamente. Si deve all'architetto Giovan Maria Ferraroni (1755) il progetto di una più radicale ristrutturazione. Nel 1799 alla morte di Lazzaro Spallanzani, grande scienziato di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, la città acquisisce la collezione naturalistica che lo scienziato aveva raccolto e che costituisce il più antico nucleo di collezioni del museo. All'ingresso, incastonati alle pareti, importanti frammenti di pavimenti a mosaico provenienti da diverse chiese reggiane ed altri di epoca romana rinvenuti durante scavi effettuati all'inizio di questo secolo. Nella sezione Paleontologia si trova la collezione originaria di Don Gaetano Chierici relativa al nostro territorio ed ordinata cronologicamente dal Paleolitico all'Alto Medioevo. Altre importanti collezioni: zoologia, anatomia, numismatica, marmi e pietre scolpite. Al piano superiore la galleria "Fontanesi" espone dipinti, ceramiche, argenti, tessuti, armi. Il Museo Mazzacurati contiene dipinti, sculture, disegni dell'artista protagonista della cultura figurativa della prima metà del XX secolo.
All'interno del Museo, a fianco dell'ingresso, è allestito uno spazio dedicato alla vendita delle pubblicazioni dei Civici Musei. Viene distribuito gratuitamente il Catalogo delle pubblicazioni, contenente oltre 200 titoli.
I Musei organizzano iniziative didattiche per le scuole di ogni ordine collegate alle tematiche documentate dalle diverse sezioni; periodicamente si propongono cicli di conferenze e visite guidate nella giornata di domenica.
Per la visita guidata è richiesta la prestazione professionale di una guida turistica abilitata.
Museo di Qualità - riconoscimento dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna
Gaetano Chierici (1819-1886)
Fu sacerdote per scelta e vocazione e, pur subendo negli anni ostracismi e punizioni, non abbandonò mai la Chiesa né la fede. Fu patriota, monarchico, liberale ed antitemporalista. Fu insegnante di vasta cultura, sia nelle discipline umanistiche sia in quelle matematiche. Fu impegnato nel sorgere delle prime istituzioni cattoliche a carattere sociale. Fu animatore dell'associazionismo culturale, come testimoniano gli incarichi ricoperti nella Deputazione di Storia Patria e nel C.A.I. Fu soprattutto un archeologo, in rapporto con gli ambienti più avanzati di questa disciplina, che partendo da studi classici approdò alla Paletnologia e contribuì a gettare le basi in Italia di questa "novissima scienza".
Il Museo Chierici
Nel 1862 don Gaetano Chierici ordina il Gabinetto di Antichità Patrie, ampliato nel 1870 come Museo di Storia Patria, il cui nucleo fondamentale è la Collezione di Paletnologia.
Conservata negli arredi originari e nell'allestimento immediatamente posteriore alla morte di Chierici, è stata di recente ricondotta all'assetto concepito dal fondatore. La Collezione rappresenta infatti la più immediata espressione del lavoro di un paletnologo nell'età stessa in cui nasce la "novissima scienza", la Paletnologia, come studio delle più antiche culture umane.
L'esposizione si articola in tre serie. La prima, fulcro dell'intera collezione, riunisce i materiali archeologici dalla provincia di Reggio Emilia. Rimangono ad essa subordinate le due serie extraprovinciali, che presentano rispettivamente materiali da altre regioni d'Italia e da altri paesi, quest'ultima comprendente anche raccolte etnografiche. Queste sono diretta espressione del metodo comparativo, fra culture della Preistoria e culture dei "selvaggi" contemporanei, in uso nell'ambito della nascente Paletnologia.
Nella serie locale i materiali sono ordinati entro sequenze cronologiche, e suddivisi per complessi di provenienza omogenei (topografici e di scavo). Da un'ulteriore distinzione, per materia, si passa ad isolare le diverse tecnologie. Si giunge infine alla suddivisione fondamentale, per tipologie di oggetti.
I materiali sono esposti integralmente, senza distinzione fra oggetti di prima e di seconda scelta. La Paletnologia, secondo Chierici, è infatti scienza "democratica".
Si riconosce in questo metodo di lavoro un'impostazione positivistica, che si avvale di ogni possibile sussidio offerto dalla Geologia, dalle Scienze Naturali, dall'Antropologia, anche attraverso l'esposizione di campionature dei terreni di scavo e di raccolte osteologiche, tutte meticolosamente determinate.
Ultimo aggiornamento: 15/01/2011