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CORREGGIO - FRAZIONI DEL COMUNE


Lemizzone

BUDRIO:
L'insediamento, con un antico castello, è documentato dall'altomedioevo.
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro è ricordata dal Trecento; essa venne eretta nella sua forma attuale tra il 1743 e il 1762 forse su disegno di Francesco Cipriano Forti.
In via Imbreto si trova un'oasi naturalistica (costituita da uno specchio d'acqua circondato da vegetazione spontanea) che svolge la funzione di rifugio per numerose speci di uccelli stanziali e di passo.
Si tratta di un'altra cava di argilla abbandonata dove un fitta siepe, punteggiata anche da alberi d'alto fusto, fiancheggia la parte destra del lago.
Oasi di Via Imbreto a Budrio: si tratta di un'area di riequilibrio di oltre 13 ettari occupata per il 40% da un invaso residuo della coltivazione di una cava d'argilla a cielo aperto, riempitosi nel tempo di acque sorgive e meteoriche.
L'interesse floristico attuale dell'oasi è creato soprattutto dalla presenza di siepi spontanee di olmo campestre e dalle consociazioni tipiche arboreo-arbustive della bassa pianura padana. La presenza dell'acqua porta con se le specie tipiche delle zone umide di pianura: oltre al canneto-tifeto è presente in estensione minore il cariceto. Tra le fioriture più interessanti: il tulipano silvestre, la menta acquatica, il muscari azzurro, il cipollaccio.

FAZZANO:
Menzionato già nel X secolo tra i beni del monastero reggiano di San Prospero, nel 1407 passò sotto i da Correggio. La chiesa parrocchiale di San Donnino, più volte rimaneggiata, si presenta nelle forme dell'ultimo rifacimento del XIX secolo. All'interno pregevoli arredi e opere d'arte dei secoli XVIII-XIX, con Sant'Antonio Abate di Luigi Asioli.

CANOLO:
Nominato fin dall'anno 935 e ricordato tra gli antichi comuni reggiani nel Liber focorum del 1315, fino al XIV secolo fu castello e feudo della famiglia Lupi. Delle antiche fortificazioni rimane traccia nelle sopraelevazioni di terra (motte) a fianco della chiesa parrocchiale. L'edificio sacro, dedicato a San Paolo e documentato dal XII secolo, venne costruito nel le forme attuali nel 1867. All'interno opere d'arte dei secoli XVI - XVIII.

FOSDONDO:
Ricordato nel X secolo, fece parte del patrimonio canossano prima e dei da Correggio poi. Vi sorgevano l'antica pieve di Santa Maria di Camporotondo e due castelli. L'attuale chiesa dell'Ascensione, fondata agli inizi dell'XI secolo, conserva nei paramenti murari esterni traccia dell'edificio romanico. All'interno frammenti romanici e opere d'arte dei secoli X VI - XIX, tra cui Ascensione di Cristo di Luigi Asioli.

LEMIZZONE:
Il toponimo deriva dal nome personale longobardo Lamizo. E' ricordato nel 1311 negli Statuti di Reggio Emilia e nel Liber focorum del 1315. Fece parte del territorio di San Martino in Rio fino al 1802. Una chiesa è nominata già nel 1039. L'attuale, dedicata a San Giovanni Battista e documentata nel Trecento, venne ricostruita tra il 1851 e il 1868 da Pietro Marchelli. All'interno dipinti dei secoli XVII e XVIII.

MANDRIO:
Già noto in epoca longobarda, fece parte dell'antico territorio di Centum juges (centi iugeri, dall'estensione del terreno). La chiesa di San Salvatore, nota fin dal XII secolo, venne ricostruita più volte nei secoli XVII e XVIII. L'aspetto attuale é quello dato con gli ultimi interventi del 1928. All'interno un pregevole dipinto del XVII secolo. Poco lontano sorge la casa natale del celebre maratoneta Dorando Pietri che partecipò alle Olimpiadi di Londra nel 1908.

MANDRIOLO:
Un tempo Val Putrida, è nominato già prima del Mille con il suo antico castello e la connessa cappella. La chiesa dell'Annunciaziopne venne riedificata completamente tra il 1754 e il 1756 su probabile progetto di Francesco Cipriano Forti. All'interno una ricca serie di pregevoli opere d'arte dei secoli XVI - XIX e un interessante tesoro con arredi, paramenti e argenterie antiche.

PRATO:
Già sede di insediamenti stabili dell'età del bronzo (II millennio a.C.), in epoca medioevale fu sede di castello e pieve (980). Dal Trecento e fino al 1800 fece parte del territorio di San Martino. La chiesa di San Geminiano venne ricostruita in stile barocco nel 1664. All'interno interessanti dipinti dei secoli XVII e XVIII e, nel tesoro, un calice in rame dorato del 1525.

SAN BIAGIO:
Anticamente Villanova, è noto già nel 1038 tra i beni del monastero di San Tommaso di Reggio Emilia (da cui dipese fino al Settecento) e come sede di un antico castello. La chiesa, dedicata al Santo omonimo, fu costruita, su edifici preesistenti, nel 1860 e presenta un elegante porticato probabilmente del XV-XVI secolo. All'interno dipinti dei secoli XVII e XVIII, tra cui una Madonna del Rosario e Santi Domenico e Caterina da Siena con pregevoli quadretti dei Misteri del Rosario.

SAN MARTINO PICCOLO:
Aggregato di numerose piccole ville rurali medioevali, è menzionato dal XII secolo. Diede i natali al pittore Girolamo Donnini e allo storiografo Michele Antonioli. La chiesa di San Martino, di antichissima tradizione storica, venne completamente ricostruita tra il 1892 e il 1894 dagli ingegneri Negri e Aimi in stile eclettico caratterizzato dal nicchione della facciata. All'interno opere dei secoli XVIII - XX, tra cui una Madonna col bambino che dona il rosario a Santa Caterina e a San Domenico di Girolamo Donnini. Di fianco il sacello dei sacerdoti italiani caduti durante il secondo conflitto mondiale. Nei pressi il Museo delle arti e tradizioni popolari, ricco di oltre mille oggetti.

SAN PROSPERO:
La chiesa di S.Prospero, ricordata fin dal sec. XI, fu legata prima all'omonimo monastero di Reggio, poi alla pieve di Fosdondo e infine, dal sec. XVI, alla colleggiata di Correggio. L'attuale edificio fu eretto fra il 1846 e il 1866 su progetto di Francesco Forti. Fra gli arredi va ricordato uno stendardo processionale opera di Luigi Asioli.
Da segnalare, nei pressi del tracciato della vecchia ferrovia, sia l'oratorio di S. Maria Maddalena del sec. XVIII, sia la cava Casanova, cava di argilla abbandonata, oggi oasi naturalistica con vegetazione e avifauna tipica delle zone umide. Sulle sponde è cresciuto un fitto bosco, a prevalenza di salice, divenuto rifugio per diverse specie di uccelli migratori.
Intorno all'invaso si è sviluppata un fitto saliceto spontanea dove sono presenti specie ormai rare nella pianura reggiana. Successivamente si sono colonizzate specie più esigenti, sempre tipiche della vegetazione spontanea della zona, come l'acero campestre, il biancospino, il corniolo, il sanguinello.

 



     


Ultimo aggiornamento: 12/07/2010
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